Il cyberbullismo è uno dei fenomeni più frequenti tra gli studenti della scuola dell’obbligo. Secondo i dati Censis, il 52,7 % degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’ultimo anno scolastico ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6 % tra le femmine e al 53,3 per cento tra i ragazzi più giovani (11-13 anni). Il dato è confermato anche da ricerca UNESCO sulla prevalenza del cyberbullismo nei paesi ad alto reddito, la percentuale di bambini e adolescenti che ne sono vittime varia tra 5% e 21%, con una maggiore probabilità per le ragazze di subire questo genere di angherie.
Il 76,6% degli oltre 1.800 dirigenti scolastici interpellati dal Censis indica che è in internet che il bullismo trova ormai terreno fertile e il 52,8% di loro si è trovato direttamente ad affrontare casi di cyberbullismo. Tuttavia, per l’80,7% dei dirigenti, quando i loro figli sono coinvolti in episodi di bullismo, i genitori tendono a minimizzare, qualificandoli come scherzi tra ragazzi, e solo l’11,8% segnala atteggiamenti collaborativi da parte delle famiglie, attraverso la richiesta di aiuto della scuola e degli insegnanti.
Il 51,8% dei dirigenti ha organizzato incontri sulle insidie di internet con i genitori, avvalendosi prevalentemente del supporto delle Forze dell’ordine (69,4%) e di psicologi o operatori delle Asl (49,9%). All’attivismo delle scuole non ha corrisposto però un’equivalente partecipazione delle famiglie, che è stata bassa nel 58,9% dei casi, media nel 36% e alta solo in un marginale 5,2% di scuole.
Secondo gli studi, purtroppo, le conseguenze del cyberbullismo sono molto negative: le vittime di cyberbullismo hanno infatti maggiori probabilità di entrare nel consumo di alcool e droghe e di cadere nell’abbandono scolastico rispetto agli altri studenti. Essi hanno anche maggiori probabilità di conseguire risultati scolastici negativi, avere bassa autostima e problemi di salute. In situazioni estreme, il cyberbullismo può condurre al suicidio.