Cyberbullismo: cos’è, come riconoscerlo, prevenirlo e affrontarlo

3 Giugno 2025
Mamma e figlia sofferenti si abbracciano
Redazione
Articolo a cura di NeoConnessi

Accompagnare i nostri figli nell’esplorazione del mondo digitale è un impegno quotidiano, e come genitori il nostro faro è sempre la loro serenità e sicurezza. Il cyberbullismo, purtroppo, è una di quelle ombre che possono turbare questo percorso, ed è per questo che essere informati e preparati, soprattutto in chiave preventiva, fa la differenza. 

Partendo da questa esigenza di comprensione e azione, questo articolo affronta il cyberbullismo per fornire strumenti di conoscenza chiari, strategie di prevenzione concrete e spunti per coltivare un dialogo costruttivo con i figli, di ogni età scolare. L’intento è quello di accompagnarli insieme nel percorso per diventare cittadini digitali consapevoli, responsabili e rispettosi.

Cos'è il cyberbullismo? Una panoramica essenziale

Il cyberbullismo è una forma di bullismo che avviene attraverso strumenti digitali: smartphone, computer, tablet, e piattaforme come social media, app di messaggistica, forum o videogiochi online. Si tratta di comportamenti ostili, intenzionali e ripetuti nel tempo, messi in atto da un singolo o da un gruppo, con l’obiettivo di ferire, umiliare, mettere a disagio o escludere qualcuno.

A differenza del bullismo tradizionale, il cyberbullismo può essere particolarmente insidioso perché può raggiungere la vittima ovunque e in qualsiasi momento, i contenuti offensivi possono diffondersi viralmente e rimanere online a lungo, e chi agisce può talvolta nascondersi dietro un apparente anonimato. Comprendere queste specificità è il primo passo per affrontarlo con consapevolezza.

Le diverse facce del cyberbullismo: come si manifesta

Il cyberbullismo non è un fenomeno monolitico, ma assume diverse forme, a volte sottili, altre volte più esplicite. Conoscerle aiuta a identificarle più facilmente.

Bullismo e cyberbullismo: due facce della stessa medaglia? Sebbene condividano l’intenzionalità di ferire, il bullismo tradizionale e il cyberbullismo presentano differenze importanti. Il cyberbullismo, ad esempio, non ha limiti di spazio e tempo, potendo raggiungere la vittima 24 ore su 24, e il materiale diffuso online può essere difficile da rimuovere completamente. 

Per approfondire le specificità e il confronto tra questi due fenomeni, ti rimandiamo a questa risorsa messa a disposizione sul sito del Ministero dell’Istruzione. 

Principali tipologie di cyberbullismo: Riconoscere le diverse tattiche è fondamentale. Tra le più comuni troviamo:

  • Flaming: Litigi online intensi e carichi di linguaggio ostile e insulti.
  • Harassment (molestie): Invio ripetuto di messaggi offensivi, minacciosi o volgari.
  • Denigration (diffamazione): Diffusione di pettegolezzi, menzogne o immagini imbarazzanti per danneggiare la reputazione di qualcuno.
  • Impersonation (sostituzione di persona): Creare profili falsi a nome di qualcuno o accedere ai suoi account per inviare messaggi o pubblicare contenuti a suo nome.
  • Outing and trickery (rivelazione di segreti e inganno): Condividere informazioni personali o segreti di qualcuno senza il suo consenso, spesso dopo averli ottenuti con l’inganno.
  • Exclusion (esclusione): Escludere deliberatamente qualcuno da gruppi online, chat o giochi.
  • Cyberstalking: Molestie e minacce persistenti e ossessive che possono generare un forte timore per la propria sicurezza.
  • Hate Speech Online: Discorsi d’odio diretti contro individui o gruppi basati su etnia, religione, orientamento sessuale, genere o altre caratteristiche. Questo fenomeno, per la sua specificità e il suo impatto, merita un’attenzione particolare. Per comprendere meglio cos’è l’hate speech, perché è pericoloso e come puoi, in quanto genitore, aiutare i tuoi figli a riconoscerlo, prevenirlo e affrontarlo, ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento Cos’è l’hate speech e cosa possiamo fare noi genitori per prevenirlo.

 

Il cyberbullismo in contesti specifici: è importante sapere che il cyberbullismo può verificarsi su qualsiasi piattaforma frequentata dai ragazzi, dai popolari social network alle chat delle app di messaggistica, fino ai mondi virtuali dei videogiochi. Proprio su quest’ultimo ambito, spesso sottovalutato, puoi trovare informazioni utili nel nostro articolo: Cyberbullismo nei giochi online: come riconoscerlo e intervenire in tempo

Perché avviene? Le motivazioni dietro il cyberbullismo

Capire cosa può spingere un ragazzo o una ragazza ad agire comportamenti di cyberbullismo è complesso e non esiste una singola risposta. Tra i fattori che possono contribuire ci sono:

  • Ricerca di potere e popolarità: Il desiderio di sentirsi superiori o di ottenere l’approvazione del gruppo.
  • Noia o frustrazione: A volte, questi comportamenti nascono da un disagio personale che viene sfogato online.
  • Mancanza di empatia: La difficoltà a comprendere l’impatto emotivo delle proprie azioni sugli altri, amplificata dalla distanza dello schermo.
  • Effetto “branco” online: Sentirsi più forti e disinibiti quando si agisce in gruppo.
  • L’illusione dell’anonimato: La convinzione (spesso errata) di non essere scoperti.
  • Difficoltà a comunicare: Incapacità di esprimere il proprio disaccordo o le proprie emozioni in modo costruttivo.
  • Ripetizione di modelli visti: A volte, i ragazzi riproducono comportamenti aggressivi che hanno osservato altrove, anche nel mondo adulto.

Comprendere queste dinamiche non significa giustificare, ma ci aiuta come genitori ed educatori a indirizzare meglio i nostri interventi preventivi.

Per un punto di vista medico sull’argomento, ti consigliamo la lettura dell’articolo Bullismo e cyberbullismo: i consigli dello psicoterapeuta che supera la divisione semplicistica tra “buoni e cattivi” per analizzare il cyberbullismo come fenomeno complesso.

Riconoscere i segnali d'allarme

Dobbiamo essere osservatori attenti per intercettare quei segnali, talvolta sfumati, che potrebbero indicare una situazione di cyberbullismo. Sebbene il dialogo aperto è sempre fondamentale, alcuni cambiamenti nel comportamento dei figli possono essere indicatori di disagio.

  • Sfera emotivo-comportamentale. Isolamento e ritiro sociale (tendenza a isolarsi, trascorrere tempo da soli, evitare amici o attività di gruppo), tristezza, depressione, ansia, irritabilità, calo dell’autostima, paura, nervosismo, riluttanza ad andare a scuola o a partecipare ad attività, e l’evitamento di situazioni che ricordano l’evento. È cruciale considerare la coesistenza di più segnali e la loro possibile correlazione temporale con l’uso della tecnologia o specifiche interazioni sociali. La vittima potrebbe nascondere il proprio malessere per vergogna, timore di ritorsioni o paura di perdere l’accesso ai dispositivi digitali.
  • Segnali fisici e legati alla salute. Possono emergere disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi, sonno agitato, incubi, eccessiva sonnolenza), malesseri fisici ricorrenti (cefalea, dolori addominali), cambiamenti nell’appetito (perdita o aumento) e sintomi fisici riconducibili a stress prolungato. Tali manifestazioni possono rappresentare una somatizzazione del disagio psicologico.
  • Difficoltà scolastiche e sociali. A livello scolastico, si può osservare un peggioramento del rendimento, perdita di interesse per lo studio e difficoltà di concentrazione. Sul piano sociale, possono presentarsi perdita di interesse per hobby e attività, difficoltà di socializzazione ed evitamento dei coetanei.
  • Rapporto con la tecnologia e la rete: Le modifiche nell’interazione con la tecnologia possono includere un improvviso evitamento o riluttanza nell’uso di computer/smartphone, stress o agitazione durante o dopo l’utilizzo, cancellazione di profili social o modifiche alle impostazioni di privacy. Un cambiamento negativo nel rapporto con la tecnologia è un indicatore diretto di potenziale cyberbullismo. È importante considerare che anche un aumento compulsivo e ansioso del tempo online può costituire un segnale d’allarme.

Per una riflessione in famiglia su questi temi, ti consigliamo la visione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa

Prevenzione attiva: costruire insieme un ambiente digitale sereno

La prevenzione è importante. Come genitori, abbiamo un ruolo insostituibile nell’educare i nostri figli a un uso consapevole e rispettoso degli strumenti digitali, fin da quando iniziano a esplorare il web. 

  • Consigli pratici da condividere in famiglia:
    • Proteggere la propria privacy: Non condividere mai password, dati personali sensibili (indirizzo, numero di telefono) con sconosciuti o su piattaforme pubbliche. Impostare correttamente i livelli di privacy sui social media.
    • Pensare prima di pubblicare o condividere: Ciò che viene messo online può restarci per sempre ed essere visto da chiunque. Una foto imbarazzante o un commento offensivo possono avere conseguenze durature.
    • Non rispondere alle provocazioni: Se si ricevono messaggi offensivi, la cosa migliore è non rispondere, non alimentare la discussione e non cercare vendetta, perché questo può peggiorare la situazione.
    • Salvare le prove: Insegna a fare screenshot di messaggi, commenti o immagini offensive, che potrebbero servire in caso di segnalazione.
    • Chiedere aiuto: Bisogna sempre parlare con un adulto di fiducia (genitori, un insegnante, un parente) se qualcosa online fa sentire a disagio, tristi o minacciati.

Dialogo e azione: cosa puoi fare se sospetti un caso di cyberbullismo

Il nostro ruolo di genitori è principalmente quello di guide pazienti e presenti.

Se temi che tuo figlio sia vittima di cyberbullismo:

  • Ascolta con calma ed empatia. Se tuo figlio si confida, ascoltalo senza interrompere, senza sminuire quello che ha vissuto e rassicuralo che ha fatto bene a parlartene. Non reagire con rabbia o panico.
  • Rassicuralo che non è colpa sua. Il cyberbullismo è una responsabilità di chi lo mette in atto, non di chi lo subisce.
  • Lavorate insieme per una soluzione. Decidete insieme i passi da compiere (bloccare l’utente, segnalare alla piattaforma, parlare con la scuola). Non agire alle sue spalle, a meno che non ci sia un pericolo immediato.
  • Valuta il supporto esterno. Se vedi che tuo figlio soffre molto, non esitare a consultare uno psicologo o un terapeuta.

Se sospetti che tuo figlio sia autore di cyberbullismo: questo è un momento delicato, che richiede fermezza ma anche grande capacità di ascolto e comprensione per capire le motivazioni profonde.

  • Affronta la questione con calma ma con chiarezza. Esprimi la tua preoccupazione per i comportamenti osservati o segnalati, senza partire da accuse dirette ma presentando i fatti.
  • Ascolta la sua versione. Cerca di capire il suo punto di vista, le sue motivazioni, se c’è un disagio sottostante o se ha agito per leggerezza senza comprenderne la gravità.
  • Spiega chiaramente l’impatto del cyberbullismo. Aiutalo a mettersi nei panni della vittima e a comprendere le conseguenze reali delle sue azioni online. Sottolinea che certi comportamenti sono inaccettabili.
  • Stabilisci delle conseguenze educative. Non punitive fini a sé stesse, ma che lo aiutino a riflettere e a riparare al danno, se possibile (es. scrivere una lettera di scuse, partecipare ad attività di volontariato, limitare l’uso dei dispositivi per un periodo sotto supervisione).
  • Lavora sull’empatia e sulla responsabilità. Questa è un’occasione per un percorso educativo importante, come sottolineato anche in questo articolo: Empatia digitale, capire gli altri in rete.
  • Cerca un dialogo con la scuola o altri specialisti. Se il comportamento è grave o persistente, potrebbe essere utile un supporto esterno per aiutare tuo figlio a modificare questi schemi.

Ti invitiamo a leggere anche questo articolo: Le parole valgono anche in rete.

Aspetti legali del cyberbullismo in Italia

È importante sapere che il cyberbullismo non è “uno scherzo” o una “ragazzata” senza conseguenze. In Italia, la Legge 71 del 2017 (“Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”) fornisce strumenti specifici.  

  • Cosa prevede la Legge. Definisce il cyberbullismo e stabilisce che ogni scuola debba individuare un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Prevede la possibilità per il minore ultraquattordicenne (o per il genitore) di chiedere al gestore del sito o del social media di rimuovere i contenuti offensivi. Se il gestore non provvede entro 48 ore, ci si può rivolgere al Garante per la Protezione dei Dati Personali.
  • Responsabilità. Atti di cyberbullismo possono configurare reati come diffamazione, minaccia, stalking, trattamento illecito di dati personali. Per i minori tra i 14 e i 18 anni esiste la responsabilità penale (seppur con un sistema differenziato rispetto agli adulti). Anche i genitori possono essere chiamati a rispondere civilmente per i danni causati dai figli minori.

La scuola come alleato chiave nella lotta al cyberbullismo

La scuola rappresenta un partner fondamentale e insostituibile nelle strategie di prevenzione e contrasto del cyberbullismo. È essenziale che genitori e studenti la considerino un alleato prezioso che ha specifiche responsabilità educative e, se necessario, disciplinari nell’affrontare queste problematiche.

In caso di sospetto o di accertata esistenza di episodi di cyberbullismo che coinvolgono studenti, è cruciale informare tempestivamente la scuola, rivolgendosi agli insegnanti di riferimento, al Dirigente Scolastico o al docente referente per il bullismo e il cyberbullismo (una figura che, come abbiamo visto, è obbligatoria per legge in ogni istituto). Fornire dettagli precisi e, se possibile, le prove raccolte (come screenshot di messaggi o post) aiuta la scuola a comprendere appieno la situazione e a intervenire in modo mirato ed efficace.

È importante ricordare che anche se gli episodi di cyberbullismo avvengono al di fuori dell’orario scolastico e spesso al di fuori delle mura fisiche dell’istituto, le loro ripercussioni sull’ambiente scolastico e sul benessere degli studenti sono comunque significative. La scuola dispone di strumenti educativi, di supporto psicologico e, se necessario, di misure disciplinari che possono integrare e supportare l’azione dei genitori.

Affrontare il cyberbullismo in famiglia: trovare aiuto e supporto

Comprendere che il proprio figlio è coinvolto in episodi di cyberbullismo, sia come vittima che come autore, può essere un’esperienza emotivamente dolorosa e destabilizzante per l’intero nucleo familiare. È fondamentale ricordare in questi momenti che non siete soli e che esistono numerose risorse, professionisti e istituzioni pronte ad ascoltarvi, supportarvi e guidarvi nel percorso più appropriato per affrontare al meglio la situazione.

Affrontare il cyberbullismo richiede coraggio, pazienza, impegno e, talvolta, la capacità di mettere in discussione le proprie certezze e abitudini. Tuttavia, con le giuste informazioni, il supporto adeguato da parte di esperti e un atteggiamento proattivo, è assolutamente possibile proteggere e sostenere i propri figli, aiutandoli a superare le difficoltà. 

Leggi l’articolo Cyberbullismo: consigli e strumenti utili per contrastarlo dove trovi altre risorse utili per genitori.

A chi rivolgersi in caso di cyberbullismo

  • Polizia Postale e delle Comunicazioni. È la specialità della Polizia di Stato che si occupa specificamente della prevenzione e del contrasto dei crimini informatici, inclusi il cyberbullismo e altri reati commessi online a danno dei minori. Il portale ufficiale www.commissariatodips.it offre una vasta gamma di informazioni utili, consigli pratici per una navigazione sicura e la possibilità di effettuare segnalazioni online di reati o contenuti illeciti. Per contatti più diretti e immediati, è sempre possibile fare riferimento agli uffici territoriali della Polizia Postale presenti in diverse città.
  • Telefono Azzurro. Questa storica associazione offre diversi servizi di ascolto e supporto per bambini, adolescenti e adulti in difficoltà, anche in situazioni di cyberbullismo:

    • Linea di Ascolto 1.96.96: un servizio telefonico gratuito, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, rivolto a chiunque necessiti di ascolto, consulenza e supporto psicologico su qualsiasi problematica, incluso il cyberbullismo.
    • Servizio 114 Emergenza Infanzia: un numero di emergenza gratuito, anch’esso attivo 24 ore su 24, dedicato alla segnalazione di situazioni di grave pericolo e pregiudizio per bambini e adolescenti, compresa la presenza online di contenuti illeciti o dannosi (come pedopornografia, adescamento online, cyberbullismo particolarmente grave o con minacce dirette).
    • Chat online: sul sito ufficiale www.azzurro.it è disponibile un servizio di chat per chi preferisce comunicare per iscritto. È importante verificare le fasce orarie di attività del servizio direttamente sul sito.

 

  • Docente referente per il bullismo e cyberbullismo: ogni istituto scolastico italiano ha l’obbligo di nominare almeno un docente con il compito specifico di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo all’interno della scuola. Questa figura rappresenta il primo e più diretto punto di contatto per studenti, famiglie e personale scolastico che necessitano di segnalare episodi, chiedere supporto o ricevere informazioni in merito a queste problematiche.

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