Cyberbullismo: come genitori e scuola devono agire insieme

25 Settembre 2025
adolescente-triste-con-telefono-in-mano
Redazione
Articolo a cura di NeoConnessi

La scuola come primo alleato istituzionale

In caso di cyberbullismo tra minori la scuola è, per legge, il primo punto di riferimento obbligato. La Legge n. 71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” impone a ogni istituto scolastico di nominare un docente referente per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo e di attivare procedure specifiche di intervento.

Se ti trovi in una situazione di cyberbullismo, o vuoi approfondire cosa devi fare come genitore se tuo figlio o tua figlia ne diventasse vittima, in questo articolo illustriamo un protocollo operativo in tre fasi: la documentazione preliminare, l’attivazione della scuola e gli strumenti integrativi disponibili quando la situazione richiede un intervento delle autorità.

 

Fase 1: Documentazione preliminare

Prima di attivare la scuola, il genitore deve raccogliere in maniera tempestiva e conservare la documentazione completa degli episodi. Questa fase è determinante per l’efficacia di tutti gli interventi successivi.

Raccolta delle prove

  • Screenshot di tutti i contenuti: messaggi, commenti, post, storie, profili falsi, immagini, video. È importante che in ogni screenshot siano visibili data, ora e, se possibile, il nome dell’account responsabile.
  • Conservazione degli URL: copiare e incollare in un documento di testo tutti i link diretti ai contenuti offensivi, indicando per ciascuno la data e l’ora del rilevamento.
  • Integrità della documentazione: non cancellare i contenuti, non rispondere ai messaggi, non bloccare (almeno inizialmente) gli account dei responsabili per non perdere le prove. È consigliabile salvare tutto su un supporto esterno (es. chiavetta USB).

Azioni da evitare

  • Non contattare i genitori del presunto responsabile: il rischio è di scontrarsi con reazioni difensive e di causare l’eliminazione delle prove.
  • Non rispondere agli attacchi: qualsiasi reazione potrebbe essere usata contro la vittima.
  • Non minimizzare davanti al minore: frasi come “ignorali” possono far sentire la vittima incompresa e non aiutano a risolvere il problema.

 

Fase 2: Attivazione della scuola

Il riferimento normativo: Legge 71/2017

Anche se gli episodi avvengono online e fuori dal contesto scolastico, quando coinvolgono compagni di classe la scuola è un alleato fondamentale. La Legge n. 71/2017 non serve solo a definire gli obblighi degli istituti, ma anche a dare ai genitori uno strumento per chiedere una collaborazione strutturata.

Procedura di segnalazione formale

  1. Richiesta di incontro ufficiale: contattare la segreteria per fissare un appuntamento con il dirigente scolastico e con il referente per il cyberbullismo. È importante che la segnalazione avvenga a livello dirigenziale.
  2. Comunicazione scritta preventiva: inviare un’email (preferibilmente via PEC) con oggetto: “Richiesta di intervento per episodi di cyberbullismo ai sensi della Legge 71/2017”, descrivendo i fatti e chiedendo un incontro.
  3. Presentazione delle prove: durante l’incontro, esporre i fatti in modo oggettivo, portando la documentazione raccolta (stampe degli screenshot e lista degli URL).

Azioni che la scuola può attivare 

Il genitore ha il diritto di richiedere un piano d’azione che può includere:

  • Convocazione delle famiglie coinvolte in un contesto mediato e ufficiale.
  • Provvedimenti disciplinari (richiamo, sospensione, etc.) a seconda della gravità.
  • Percorsi educativi e di sensibilizzazione rivolti a tutta la classe.
  • Attivazione dello sportello di ascolto psicologico per la vittima e, se opportuno, per il responsabile.

 

Fase 3: Strumenti integrativi

Il cyberbullismo non è un problema confinato alla scuola. I genitori hanno a disposizione strumenti potenti per agire direttamente, specialmente quando gli episodi sono gravi o avvengono al di fuori del contesto scolastico.

Segnalazione al Garante per la Privacy 

La Legge 71/2017 riconosce il diritto del minore (dai 14 anni in su) o del genitore di chiedere la rimozione di contenuti offensivi online. Se il gestore del sito o del social network non provvede entro 48 ore, ci si può rivolgere direttamente al Garante per la protezione dei dati personali.

È possibile inviare una segnalazione compilando l’apposito modello e inviandolo via email.

Ammonimento del Questore (per minori dai 14 anni in su) 

Per i responsabili che abbiano compiuto 14 anni, è possibile richiedere l’ammonimento del Questore. Non è una denuncia penale, ma un avvertimento formale che ha un forte valore deterrente. L’istanza si presenta presso qualsiasi comando di Polizia o Carabinieri, portando con sé la documentazione raccolta.

Denuncia alla Polizia Postale 

Se i fatti sono gravi e possono configurare reati (come diffamazione, minacce o stalking), è possibile sporgere denuncia-querela. L’organo specializzato per i reati informatici è la Polizia Postale.

È possibile trovare l’ufficio più vicino o effettuare segnalazioni online attraverso il portale ufficiale.

Supporto psicologico 

Parallelamente a ogni azione legale o amministrativa, è fondamentale prendersi cura del benessere emotivo della vittima. Il cyberbullismo può lasciare ferite profonde. Valutare un percorso di supporto psicologico con professionisti specializzati non è un’opzione, ma una componente essenziale del processo di tutela.

Per maggiori informazioni e contatti utili, consulta anche questo articolo.

Esplora le attività per genitori e figli

NeoConnessi ti propone tante attività per trasformare il digitale in un’opportunità di crescita e divertimento per tutta la famiglia.

Padre e figlio giocano a un videogioco

Porta NeoConnessi in classe

Invita gli insegnanti che conosci a scoprire NeoConnessi. È gratuito e offre risorse didattiche create da esperti per l’educazione alla cittadinanza digitale.