Cos’è l’hate speech e cosa possiamo fare noi genitori per prevenirlo

4 Giugno 2025
Studentessa felice che usa il cellulare mentre viaggia in autobus
Redazione
Articolo a cura di NeoConnessi

Con hate speech, o discorso d’odio, ci si riferisce a quelle parole, scritte o dette, che hanno lo scopo di attaccare, insultare, o promuovere disprezzo e discriminazione verso persone o gruppi. Questi attacchi si basano spesso su chi sono queste persone – la loro origine, religione, genere, orientamento sessuale o altre caratteristiche personali. In breve, è un linguaggio che attacca l’identità delle persone.

I discorsi d’odio possono diventare un vero e proprio pericolo perché:

  • Normalizzano l’odio. L’esposizione continua a linguaggi ostili online può renderli tristemente accettabili.
  • Creano paura e insicurezza. Chi è bersaglio di attacchi d’odio può sentirsi minacciato e isolato.
  • Causano danni psicologici. Essere vittima di hate speech può colpire la dignità e portare ad ansia, depressione e isolamento.

Come genitori, il nostro ruolo è cruciale. Possiamo educare i nostri figli al rispetto, all’empatia e al pensiero critico, strumenti fondamentali per riconoscere e contrastare l’hate speech online e farci promotori di un mondo online più sicuro.

 

L’hate speech in rete: dove si trova e come si diffonde

Per aiutare i nostri figli a navigare il mondo online con maggiore consapevolezza, è utile capire le dinamiche dell’hate speech online.

Dove si incontra l’hate speech? 

I discorsi d’odio possono apparire in molti contesti digitali:

  • Social media
  • Sezioni commenti di notizie e video
  • Piattaforme di gaming (chat vocali e testuali)
  • App di messaggistica

L’hate speech, inoltre, può provenire da figure pubbliche, amplificandone la portata.

 

Perché l’odio si propaga facilmente online?

Diversi fattori favoriscono la diffusione dell’hate speech.

Innanzitutto la nostra “visione del mondo” (emozioni, identità, valori) può portare a reazioni ostili di fronte a ciò che la contraddice. Stereotipi e pregiudizi sono spesso alla base.

Poi vanno considerate le dinamiche della rete: l’anonimato può abbassare i freni inibitori e la velocità dei social media può amplificare i messaggi. Si parla, poi, di “echo chambers” ovvero quegli spazi online che rafforzano un unico punto di vista, polarizzando le opinioni. C’è infine da considerare la permanenza dei messaggi online: come tutte le tipologie di contenuto, anche quelli d’odio possono restare online a lungo.

 

Prevenire l’hate speech: il nostro ruolo attivo come genitori

La prevenzione dell’hate speech inizia in famiglia, con un’educazione costante e un dialogo aperto. 

Educare all’empatia, al rispetto delle diversità e all’inclusione. Insegniamo il valore di ogni persona e il rispetto per le differenze, come sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Aiutiamoli a decostruire stereotipi e pregiudizi, spesso motore dei discorsi d’odio.

Sviluppare il pensiero critico e la media literacy. Aiutiamoli a riconoscere il linguaggio d’odio. Insegniamo a distinguere fatti, opinioni e incitamento all’odio. Promuoviamo la verifica delle fonti per contrastare la disinformazione che alimenta l’hate speech (diventiamo noi stessi dei “fact-checker”). Incoraggiamo una riflessione critica prima di condividere contenuti online.

Mostriamo come usare gli strumenti di segnalazione sulle piattaforme. Segnalare è un atto di cittadinanza digitale responsabile!

Esplora le attività per genitori e figli

NeoConnessi ti propone tante attività per trasformare il digitale in un’opportunità di crescita e divertimento per tutta la famiglia.

Padre e figlio giocano a un videogioco

Porta NeoConnessi in classe

Invita gli insegnanti che conosci a scoprire NeoConnessi. È gratuito e offre risorse didattiche create da esperti per l’educazione alla cittadinanza digitale.