Le nuove generazioni sono particolarmente sensibili alle tematiche ambientali. Si interessano all’argomento, partecipano ai Fridays For Future – il movimento di protesta contro la crisi climatica ideato da Greta Thunberg – conoscono i principali obiettivi dell’Agenda 2030 e il significato dei relativi termini e sanno distinguere quali comportamenti sono responsabili e quali no.
Ma utilizzano la rete per seguire o aderire a cause a sfondo sociale, civico o politico?
Secondo i dati presentati nel 2023 alla XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia-Tempi digitali promossa da Save the Children, a esprimere opinioni su temi sociali o politici sul web sono il 14% degli 11-13enni e il 29% dei 14-17enni, con una differenza di genere nella fascia dei più grandi: il 27,5% dei maschi e il 30,6% delle femmine. I social in particolare rappresentano il canale attraverso il quale si informano e si attivano rispetto a temi di loro interesse come i cambiamenti climatici e la difesa dell’ambiente.
Un’ulteriore indagine a cura di Save the Children , “Dai like alle piazze: giovani e partecipazione civica onlife”, conferma che non si tratta di un interesse di facciata: sono molti i ragazzi e le ragazze che impegnano per il benessere comune e nel far ciò esplorano nuovi modi di partecipare e di esprimersi sfruttando tutte le opportunità del digitale.
“L’impegno civico di ragazzi e ragazze comprende una vasta gamma di attività: dall’informazione e consapevolezza dei problemi passando per il volontariato e l’attivismo. Attività oggi tutte permeate dal ruolo delle tecnologie digitali utilizzate per far circolare informazioni (tramite social network, blog, podcast, inoltro di link); collaborare (per produrre e condividere informazioni); creare (producendo e scambiando media tramite piattaforme); connettersi (tramite socia/ media o community online)”
Ma gli ambienti digitali possono davvero ingaggiare i giovani e le giovani nella sfera pubblica e creare nuove forme di cultura civica? Decisivo è, come sempre, l’esempio delle persone adulte che nel ruolo di educatori possono tirare fuori la vocazione green insita nelle nuove generazioni.
Un ottimo esempio di come il digitale possa diventare luogo e veicolo di contenuti legati all’impegno sociale e politico delle giovani generazioni è Fridays for Future Italia, un movimento giovanile che ha saputo usare il digitale come leva per mobilitare migliaia di ragazze e ragazzi nella lotta contro la crisi climatica. Il sito ufficiale funge da punto di riferimento per coordinare eventi, fornire materiali informativi e guidare gli e le utenti nell’attivismo ambientale. I social media sono il motore della partecipazione: attraverso video, infografiche e dirette, FFF informa e mantiene viva l’attenzione pubblica.
Molte azioni si svolgono anche online: campagne come “Scriviamo il futuro” mescolano cultura e sostenibilità tramite eventi trasmessi in streaming. I webinar con esperti offrono formazione su clima, energia e giustizia sociale. Il digitale permette inoltre collaborazioni trasversali, come quelle con realtà sindacali o altri movimenti giovanili.
In questo modo, gli adulti educatori e attivisti diventano punti di riferimento per i più giovani, aiutandoli a scoprire e coltivare la propria vocazione green, rendendo l’ecosistema digitale uno spazio di partecipazione civica concreta.