Opportunità e rischi dei device

15 Gennaio 2019
Un bambino usa il tablet in casa in compagnia di sua madre
Rosy Nardone
Ricercatrice in Didattica e Pedagogia Speciale
Rosy Nardone

Affrontare le opportunità e i rischi dei device e delle loro applicazioni da parte dei minori, bambini e bambine, significa entrare in territori poco esplorati sia nella prassi didattica-educativa sia nelle pratiche familiari, e in cui, indubbiamente, prevalgono ancora le domande sulle risposte certe: è bene usare device digitali già prima dei 6 anni? Come scegliere i prodotti multimediali più adatti ai nostri figli e alle nostre figlie? Quali sono le nuove forme di mediazione, quali le aspettative, le rappresentazioni, i timori dei genitori rispetto alla “vita digitale” dei più giovani? È giusto utilizzare device digitali a scuola, nello studio? E si potrebbe continuare così all’infinito.
Vi abbiamo già raccontato di come spiegare ai vostri figli i potenziali rischi che si possono incontrare su internet, ma è sempre bene ricordare che internet e i dispositivi connessi a esso sono sicuramente una fonte di opportunità ricchissima, ma non priva di pericoli.

Un progetto patrocinato dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e realizzato dal Centro Studi Erickson propone un interessante decalogo sui diritti educativi per i minori contemporanei – i nostri neoconnessi – così articolato:

  1. Diritto ad accedere a carta, matita, mouse e touch screen
  2. Diritto a non essere lasciato solo davanti ad uno schermo
  3. Diritto ad essere tutelato dagli abusi e alla protezione delle informazioni personali
  4. Diritto ad usare, in modo critico e creativo, le tecnologie senza farsi usare da esse
  5. Diritto ad avere amici veri nella realtà e contatti selezionati online
  6. Diritto all’uso di tutti i cinque sensi, la vista non basta
  7. Diritto a sporcarsi le mani con terra e pittura e lavarle prima di toccare un touch screen
  8. Diritto ad essere guidato, con calma, per orientarsi nei complessi intrecci della rete
  9. Diritto ad essere connesso alle cose migliori che la rete e i media possono offrire
  10. Diritto ad avere qualcuno che dica quando è l’ora di spegnere lo schermo

Questo decalogo, all’apparenza semplice e immediato, presenta questioni fondamentali e per niente scontate, e pone al centro del quotidiano dibattito tecnologico e dell’uso dei device, il ruolo fondamentale della riflessione educativa, intesa come possibilità di costruzione di un pensiero critico e problematizzante, non stereotipato e condizionato da allarmismi e da eccessivi permessivismi.

 

I rischi non dipendono dai device

La regola d’oro dice che non è il mezzo a essere pericoloso, ma l’uso che ognuno di noi ne fa. Questo vale anche per i device e, più in generale, per internet.

Non sono i device in sé a costituire “un pericolo”, ma tutti quegli atteggiamenti, da parte degli adulti, schierati aprioristicamente in difesa di un passato “più sicuro”, “meno pericoloso” o, specularmente, di un futuro visto come “migliore” e “più positivo”.

L’uso quotidiano delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dell’edutainment (videogiochi, tablet, intrattenimento televisivo, film…) e delle tecnologie cosiddette domestiche, contribuisce in modo determinante a modificare la qualità dell’esperienza infantile e il sistema di interazioni educative, rendendo urgentemente necessario, da parte degli adulti, un atteggiamento non demonizzante, ma sempre più consapevole degli strumenti attraverso i quali avvengono questi cambiamenti, di cui spesso si ignorano la natura e le peculiarità.

Questa complessità richiama fortemente il diritto e la necessità – da parte delle giovani e dei giovani esploratori digitali – di avere adulti competenti che siano in grado di accompagnarli nelle scoperte, nello sviluppo di una consapevolezza d’uso di strumenti così intuitivi e “a portata di dito”; adulti e contesti educativi che possano proporre modelli possibili di setting in cui predisporre e utilizzare i nuovi device e soprattutto con quali modalità (individualmente; insieme a piccolo gruppo o a grande gruppo; in coppia con l’adulto, ecc.).

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